La lunga, strana carriera di Strauss si
chiuse in dissolvenza con i Quattro
ultimi Lieder del 1948. Im Abendrot, o
Al tramonto, supera lo stesso Mahler
nell'arte di guardare in faccia la
morte. Il testo tratteggia il ritratto
di una vecchia coppia che passeggia al
crepuscolo - "Attraverso la gioia e le
privazioni abbiamo camminato mano nella
mano" - e la musica in Mi bemolle
maggiore si dispiega come un arco
luminoso sopra di loro. Friedrich
Nietzsche avrebbe potuto descrivere
queste vette raggiunte da Strauss
nell'arte del Lied quando scrisse: "I
maestri di prim'ordine si fanno
riconoscere dal fatto che così nel
grande come nel piccolo sanno trovare in
modo perfetto la fine, sia questa la
fine di una melodia o di un pensiero,
sia il quinto atto di una tragedia o di
un affare di stato. I primi del
second'ordine si fanno verso la fine
sempre più inquieti e non declinano
verso il mare con quella costante
misura, così superba e placida, come per
esempio i monti a Portofino - laggiù
dove il golfo di Genova canta fino alla
fine la sua melodia". Strauss morì l'8
settembre del 1949. Tre settimane dopo,
I'omgus fu sciolto, e l'interregno
americano nella storia musicale tedesca
finì.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |