On the road Kerouac

Jack Kerouac

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Los Angeles e la più deprimente e brutale città d'America; New York e fredda da morire nell'inverno, ma in alcune strade c'è in fondo un senso di rude cameratismo.

Los Angeles e una giungla.

South Main Street, dove Terry e io andavamo a passeggio con panini imbottiti di salsiccia, era una fantastica fiera di luci e di frenesia.

Poliziotti in stivaloni perquisivano qualcuno praticamente in ogni angolo. Sui marciapiedi formicolavano gli individui più malridotti del paese: tutti sotto quelle dolci stelle della California meridionale che si perdono nell'alone bruno di quell'enorme accampamento nel deserto che è in realtà Los Angeles.

Non mi ero mai sentito così triste in vita mia

Mi svegliai che il sole si faceva rosso; e quello fu l'unico, chiaro momento della mia vita, il momento più strano di tutti, in cui non seppi chi ero...

Mi trovavo lontano da casa, ossessionato e stanco del viaggio, in una misera camera d'albergo che non avevo mai vista, a sentire i sibili di vapore là fuori, e lo scricchiolare di vecchio legno della locanda, e dei passi al piano di sopra, e tutti quei suoni tristi; e guardavo l'alto soffitto pieno di crepe e davvero non seppi chi ero per circa quindici strani secondi.

Non avevo paura; ero solo qualcun altro, un estraneo, e tutta la mia vita era una vita stregata, la vita di un fantasma.

Mi trovavo a metà strada attraverso l'America, alla linea divisoria fra l'Est della mia giovinezza e l' Ovest del mio futuro, ed è per questo che ciò accadde proprio lì e in quel momento, in quello strano pomeriggio rosso.

 

 
 

 

parte seconda