E' il simbolo di
un'epoca e delle sue intemperanze;
E' uno scrittore
torrenziale e incontinente;
E' un
"ribelle"
Viene pubblicato
"Sulla strada" scritto nel 1951
I giovani sono alla
ricerca di loro stessi, dei propri aneliti, delle proprie intolleranze, dentro una società che sembra invece non accorgersi di
loro.
Corrono da un'
estremo all'altro dell'America.
Corrono da una
donna all'altra, da un'automobile all'altra.
Corrono da un
amico all'altro, in cerca di risposte a domande che forse non hanno
risposta.
I ragazzi credono che
il problema sia nuovo, ed hanno ragione di crederlo, perchè per loro
è nuovo e dovranno risolverlo ciascuno con i mezzi propri; sono
nevrastenici e melanconici, taciturni e torvi, presuntuosi e
sardonici.
Sono anche tanto
ignoranti.
Kerouac usa il
linguaggio dei "neri bianchi", del beat e dello hipster,
quella "prosa spontanea" modellata sul be bop di Charlie
Parker, tra ispirazione romantica e scrittura automatica surrealista.
Fuggono dalla futilità/falsità del perbenismo borghese, della
soddisfatta arroganza dello status.
Scaturisce così il
ritratto di una generazione offesa e ferita dalla guerra e dal
dopoguerra, che desidera beatitudine e amore, felicità e
rassicurazione, che urla al mondo degli adulti il proprio disagio e la
propria angoscia.
Kerouac prende da
Hemingway il bisogno di esorcizzare la morte attraverso un vitalismo
disperato e autodistruttivo. Osservando bene, c'è anche Whitman, con
il suo canto epico e picaresco, con il suo romantico stupore davanti a
un'America così spesso matrigna, con il suo afflato etico e il suo
respiro fatto poesia.
E Poi
- Sempre C'è Il Racconto Del Grande Fiume
Mississippi
(tratto da: Storia
della letteratura americana - Sulla strada, La Beat Generation di
F.Pivano)
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