Uno dei 3 film che fecero di Jimmy Dean un divo, emblema della gioventù ribelle senza causa degli anni '50 e confermò in N. Ray uno dei cineasti più sensibili e originali di Hollywood. Molte sequenze memorabili, ma anche, in fondo, un eccesso di ingenuità sentimentale.
Gioventù
bruciata
Due ragazzi e una ragazza tutti alle prese con difficili situazioni familiari partecipano ai giochi pericolosi di una banda. Sono ricercati dalla polizia dopo un incidente mortale. Uno di loro muore.
REGIA: Nicholas Ray
La valle dell'Eden
California 1917: Cal, figlio disamato di Adam, si ribella al padre severo, rivaleggia col fratello Aron e scopre che la madre, creduta morta, dirige un bordello.
REGIA: Elia Kazan
East of Eden
Da una parte del romanzo East of Eden (1952) di John Steinbeck, adattato da Paul
Osborne, è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. 1o film a colori di Kazan e il suo 1o in Cinemascope (genialmente usato) e da lui prodotto. È anche il 1o film di J. Dean protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto.
L'uomo dal braccio d'oro
Professionista del poker – con moglie paralitica per colpa sua – si dà alla droga ma cerca disperatamente il riscatto nell'amore di una dolce entraîneuse.
REGIA: Otto Preminger
The Man with the Golden Arm
F. Sinatra in gran forma, bella musica di Elmer Bernstein (prima partitura jazz scritta interamente per un film), splendido bianconero di Sam Leavitt per un melodramma robusto e poco plausibile sulla droga.
Da un romanzo di Nelson Algren
Il seme della violenza
Reduce assunto come insegnante in una scuola professionale della periferia povera di New York si conquista, a caro prezzo, il rispetto di una scolaresca turbolenta (neri, irlandesi, italiani, ebrei, portoricani).
AUTORE LETTERARIO: Evan Hunter
REGIA: Richard Brooks
Blackboard Jungle
Conta per le qualità morali (sincerità, coraggio, buone intenzioni) più che per quelle estetiche. Difficile dire dove finisca la tenerezza del regista e dove cominci l'irrealismo ingannatore delle sue proposte.
Tratto da un romanzo di Evan Hunter, è importante storicamente: il
1° film in cui viene usata la musica rock (Bill Haley e i
Comets).
La rosa tatuata
In Louisiana, nel Sud degli USA, dopo la morte del marito, la siciliana Serafina passa tre anni chiusa nella sua casetta, dedita al culto delle rimembranze finché irrompe nella sua vita un nerboruto camionista, Alvaro Mangiacavallo, anch'egli siciliano, tra le cui braccia dà addio al romitaggio vedovile.
REGIA: Daniel Mann
The Rose Tattoo
Scritto su misura per A. Magnani, il dramma (1950) di Tennessee Williams ebbe come primi interpreti sui palcoscenici nordamericani Maureen Stapleton e Eli Wallach con la regia dello stesso D. Mann.
Film d'attori, migliora nella 2° parte grazie al duetto buffonesco e umanissimo tra Serafina e Alvaro. Il merito è soprattutto della Magnani che prende possesso con gloriosa sicurezza del personaggio, lo squassa e lo modula, lo sbalza e lo lima con
brio.