ANNO 7° |
ANNO
1958 - 3 |
NUM.UNICO |
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Cinema '58
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La gatta sul tetto che scotta
Un autoritario barone terriero del Mississippi malato di cancro
festeggia il 65° compleanno insoddisfatto dei due figli, uno
dei quali è un avido bruto e l'altro un ex atleta nevrotico che
rifiuta di dormire con la bella moglie.
REGIA: Richard Brooks
ATTORI: Paul Newman; Burl Ives;
Elizabeth Taylor; Jack Carson; Judith Anderson; Madeleine Sherwood
AUTORE LETTERARIO: Tennessee Williams
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Cat on a Hot Tin Roof
È l'adattamento, purgato e ripulito, di un dramma (1955) di Tennessee Williams, grande successo di critica e pubblico a
Broadway.
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Teatro
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Tennessee Williams
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Arthur Miller
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«la commedia è fatta di memoria»
nulla di quel che si vedrà...può dirsi
reale
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E Amanda Wingfield, la
loquace e patetica madre di Tom, ritorna ai bei giorni di Blue
Mountain, la dolce e aristocratica fattoria del Sud che nei primi
pomeriggi d'estate si riempiva di giovanotti in visita e di
corteggiatori:
«a volte non c'erano abbastanza sedie per farli
accomodare tutti, dovevamo mandare uno dei negri alla parrocchia per
prendere in prestito delle seggioline pieghevoli...»
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Willy
Loman
Death of Salesman
(1949),
la cui mente
febbricitante è il solo vero scenario o contenitore del dramma.
Willy,
giocando a carte con il cognato o arrabattandosi sui conti di casa che
non tornano mai, scivola liberamente nel passato, quando i suoi Biff e
Happy erano i ragazzi più promettenti della scuola, e lui era il
miglior venditore della ditta, e la loro casa non era ancora
imprigionata fra cemento e mattoni; di tanto in tanto viene a
visitarlo il fratello morto da tempo, che gli parla dei diamanti che
lo attendono, luccicanti, nella
giungla
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Il
qui - e - ora del palcoscenico, la modesta e sconsolata realtà
dell'esistente, può dissolvere, grazie al complesso sistema di luci e
velatini
ideato dallo scenografo Jo Mielziner
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facendo rinascere il
luminoso e mitizzato passato dei Loman sotto i nostri occhi
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oppure può
bastare una musica struggente,
un riflettore che isoli il personaggio
in preda ai suoi ricordi:
quel che è certo è il divorzio, ormai
nettissimo, fra l'apparenza sensibile, la squallida e insoddisfacente
realtà che può mostrarci la scena, e l'altra verità che appartiene
alla sfera dell'immaginario e a dispetto della prima dovrebbe
trasferirsi dal personaggio allo spettatore in platea
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in
The Glass Menagerie il personaggio auto biografico del narratore, Tom,
abbandona madre e sorella per andarsene «non sulla luna, ma molto più
lontano», ma i vaneggiamenti di Amanda e lo zoo di vetro di Laura
vengono amorosamente conservati nella bambagia del ricordo, difesi
contro la volgarità della vita reale
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come già aveva fatto in un fermo atto di accusa contro i profittatori
di guerra,
All My Sons
(1947),
esige con ibseniana fermezza che il
passato venga valutato e scavato alla ricerca delle rispettive
responsabilità, che sogni e miti, come quelli del commesso
viaggiatore, vengano denunciati e sia pure in modo pietoso e
comprensivo nella loro sostanza mistificante.
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uomo del Sud, cattolico, mediterraneo, stretto in groviglio edipico
alle sue Madri mostruose, sfatte e pure affascinanti
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nordico,
«scandinavo», ossessionato dal Padre, legato al Vecchio
Testamento
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raggiunto
un favoloso successo con il più abile e il più scoperto dei suoi
illusionismi scenici,
A Sircetear Named Desire
(1947), mirabilmente
presentato a Broadway e poi a Hollywood da Elia Kazan, insiste, con
varianti, nell'esporre masochisticamente i sogni di qualche dama
decaduta e ridicola alla rozzezza di maschi aggressivi e volgari
Summer and Smoke
(1948);
The Rose
Tattoo (1950),
il che è poi una
vecchia ricetta di Broadway (signore dell'Est e cowboys, dame del Sud
e yankees)
aggiornata alla problematica omosessuale
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sfida
il maccartismo imperante con un allusivo e
vibrante dramma storico ambientato durante i processi puritani alle «streghe»
The
Crucible, (1953),
tenta la tragedia moderna con
A View from the
Bridge (1955),
e prosegue il suo discorso contro l'intolleranza e la
difesa dei valori umani in
Incident at Vichy
(1964),
ambientato nella
Francia cosiddetta libera durante la Seconda Guerra Mondiale
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